Roma, 19 nov. (askanews) – Comincia lunedì 21 novembre lo sciopero dei giudici di pace e dell’intera magistratura onoraria che si protrarrà sino al 25 novembre. “Senza di noi la Giustizia si ferma: non meno di mezzo milione di processi resteranno al palo”, si legge in una nota dell’Unione Nazionale dei Giudici di Pace. “Il problema della giustizia non è certo posticipare il pensionamento di alcuni magistrati professionali, ma garantire l’indipendenza di oltre 5.000 giudici di pace e magistrati onorari di tribunale e procure che trattano il 60% del contenzioso civile e penale”.
“La riforma della giustizia Orlando”, dichiara il segretario generale dell’Unione Alberto Rossi, “cancella il giudice di pace, ossia l’unica figura di magistrato che ha garantito celerità ed efficienza alla Giustizia in Italia e, cosa ancor più grave, trasforma tutti i giudici di pace ed i magistrati onorari in meri ausiliari del magistrato di carriera, gerarchizzando l’esercizio della giurisdizione in violazione dell’articolo 101 della Costituzione”. “Il Governo ci deve riconoscere la continuità del servizio, piene tutele previdenziali ed assistenziali, uno stipendio congruo e commisurato all’alta funzione da noi svolta”, afferma il Presidente dell’Unione Mariaflora Di Giovanni.
“Non è solo la Costituzione a imporlo, ma anche e soprattutto l’Europa, che sta avviando una procedura di infrazione contro il Governo Italiano, già condannato dal Consiglio d’Europa, con decisione del CEDS pubblicata il 17 novembre, a riconoscere ai giudici di pace i diritti pensionistici e le retribuzioni non erogate nei periodi di impedimento per malattia, maternità, ferie, a partire dal 1995 e sino ad oggi”. In tal senso i giudici di pace, che già si sono rivolti al TAR Lazio per chiedere la stabilizzazione, preannunciano l’avvio di centinaia di azioni giudiziarie. Il 25 novembre sciopererà anche tutto il personale amministrativo degli uffici giudiziari.
“Non è solo la Costituzione a imporlo, ma anche e soprattutto l’Europa, che sta avviando una procedura di infrazione contro il Governo Italiano, già condannato dal Consiglio d’Europa, con decisione del CEDS pubblicata il 17 novembre, a riconoscere ai giudici di pace i diritti pensionistici e le retribuzioni non erogate nei periodi di impedimento per malattia, maternità, ferie, a partire dal 1995 e sino ad oggi”. In tal senso i giudici di pace, che già si sono rivolti al TAR Lazio per chiedere la stabilizzazione, preannunciano l’avvio di centinaia di azioni giudiziarie. Il 25 novembre sciopererà anche tutto il personale amministrativo degli uffici giudiziari.
Fonte: Askanews
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